Tra le donne egiziane al Cairo
Le Piramidi. La Valle dei Re. Abu Simbel. Resti di una civiltà affascinante. Ma gli Egiziani non sono gli antichi Egizi.
In Egitto ho visto tanti antichi e preziosi monumenti, le maestose e misteriose piramidi, gli affollatissimi suk colorati islamici.
Considerando che è uno dei paesi arabi più occidentalizzati (non a caso ha pagato il suo essere moderato con gli attacchi terroristici degli ultimi anni) non avrei mai immaginato di, addirittura, sospirare al ritorno in Italia: “Menomale che sono nata in Europa!”.
Sono partita con il desiderio di mescolarmi alle donne egiziane, condividere e rispettare i loro usi e le loro tradizioni, ma non ce l’ho fatta. Le donne che ho visto non erano per nulla trasandate, anzi curatissime: con il velo appuntato in testa alla perfezione e il rimmel che delineva perfettamente gli occhi, adornate da gioielli. Io sì che in confronto a loro sembravo davvero trasandata…Eppure non ricordo quante volte sono stata fermata per strada da bambine, ragazzine, signore che mi facevano complimenti e sorridevano come se fossi una principessa, come fanno con buona parte delle altre donne occidentali.
Mi sono domandata il motivo di tanto stupore nei miei confronti. Forse la diversità “estetica” perchè non portavo il velo? Per la mia carnagione chiara? Oppure semplicemente perchè mentre camminavo ero libera di poter esprimere in volto le sensazioni che avevo nel cuore?
E intanto osservavo gli uomini musulmani, liberi di lanciare tutti gli sguardi che vogliono verso qualsiasi donna, segno di potere, di forza, incoraggiati da una religione che li legittima a considerare l’essere umano femmile uguale ad un cammello. Cosa si nasconde dietro quelle donne dai visi miti e gentili? Ad aiutarci a capire è stata la Madre Superiora del Convento delle Missionarie Francescane al Cairo.
Si chiama Eleonora ed è originaria del Veneto, ormai da 25 anni in Egitto. Energica e lucida ci ha raccontato che le mogli islamiche appaiono così ben curate, proprio perchè sono considerate un oggetto dall’uomo, ed in quanto oggetto bisogna essere ben confezionate, altrimenti si rischia di esser gettate via senza pietà.
La religione musulmana non tutela le donne. Si può essere ripudiate quando meno te lo aspetti dall’uomo. A questo, secondo Eleonora, si lega il loro attaccamento ai gioielli: se il maschio ti abbandona senza lasciarti una lira, almeno rimangono le collane, gli orecchini, i braccialetti che possono essere rivenduti nei momenti di difficoltà economica.
Ritornata in Italia ho letto, per caso, su internet la storia di Rania al-Baz, una giornalista araba, nota soprattutto per la sua incredibile bellezza, che nel 2004 è stata massacrata di botte dal marito, fino ad essere ridotta in fin di vita con 13 fratture al viso, totalmente deturpato.
Rania, riuscita miracolosamente a sopravvivere, ha denunciato le violenze avendo il coraggio di mostrare pubblicamente il suo bel volto devastato, affinchè tutti sapessero e avessero il coraggio di denunciare gli abusi subiti.
Ma allora mi chiedo: se tutti ormai attraverso i media conosciamo la mentalità violenta che leggittima in tutto e per tutto l’uomo musulmano, perchè sempre più donne occidentali, molte europee, attirate dall’immagine del maschio forte, si sposano e convertono alla religione musulmana, annullando così volontariamente ogni loro diritto? Il desiderio di essere “donne alternative” può arrivare a tale autodistruzione?
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