In viaggio tra Perù e Bolivia: Cuzco, Capitale dell’Impero Inca
Una città in forma di Puma. L’Ombelico del Mondo. Un gioiello incastonato nel cuore delle Ande.
Questa è Cusco, cuore della civiltà Inca, senza dubbio uno dei principali luoghi da visitare in Perù. Cuzco è l’antica capitale dell’ impero incaico. Il suo nome significa “ombelico del mondo” e la sua topografia descrive la figura di un puma, animale sacro per gli Indios, che simboleggia la dinastia Inca. La pancia del puma è la piazza principale (l’attuale Plaza des Armas), il fiume Tullumayo simboleggia la spina dorsale e la collina di Sacsayhuaman la sua testa. Cusco, tuttavia, non fu una città come la potremmo intendere noi europei, ma piuttosto un luogo di edifici sacri, la dimora della nobiltà Inca e il centro del cosmo incaico. Essa si trova a 3500 m di altitudine, nel cuore delle Ande, e il panorama circostante, caratterizzato da montagne imponenti, lascia il visitatore senza fiato. Altrettanto maestose sono le costruzioni degli Inca. Non si tratta di edifici finemente decorati – magari con statue, bassorilievi ed altri elementi artistici e decorativi – ma semplicemente di mura in pietra, che sembrano essere state realizzate l’altro ieri per la loro perfezione. Gli stessi “Conquistadores” spagnoli rimasero stupefatti di fronte a queste formidabili costruzioni, come riporta uno dei più famosi cronisti dell’epoca, Garcilaso de la Vega (1539-1616), ed anch’essi, come chiunque veda per la prima volta una costruzione Inca, si chiesero come fossero state costruite. Tutti i blocchi che compongono questi edifici possenti e massicci, combaciano esattamente gli uni con gli altri.
Per rendercene davvero conto, basta andare a visitare la splendida cittadina di Cusco, le cui case sono ancora costruite sulla fondamenta dell’antica città incaica e in particolare vedere il complesso di Korichanca, costruito intorno al secolo XV°, e dedicato principalmente a Viracocha, il dio creatore, e ad Inti, il dio sole. Sui suoi resti i “Conquistadores” spagnoli hanno edificato il convento di Santo Domingo. Uno sguardo alla facciata della chiesa nuova e alle sottostanti vecchie fondamenta Inca di andesite basaltica è sufficiente per far rilevare subito la superiore capacità costruttiva del popolo precolombiano. Il tempio era inoltre completamente ricoperto di lastre d’oro, che furono tutte asportate e fuse in lingotti dagli spagnoli.
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