Uxmal: tra magia archeologica ed iguane

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Uxmal è uno dei siti maya più importanti dello Yucatan. Le rovine sono imponenti: appena si entra subito ci si trova davanti la tozza e possente Piramide dell’Indovino.

La città è stata fondata nel VI secolo d.C. dalla civiltà Puuc ed ha raggiunto il massimo splendore nel Periodo Classico della civiltà Maya (dal 300 d.C. al 900 d.C.). Le rovine sono imponenti: appena si entra subito ci si trova davanti alla tozza e possente Piramide dell’Indovino. Ma è solo il primo di una serie di edifici molto vasti. Rispetto a Chichen Itzà, che si presenta come una vasta spianata, Uxmal è immerso maggiormente nella giungla. Il caldo però è lo stesso e mette a dura prova anche gli “esploratori” più motivati.

Ma non ci sono solo i resti archeologici da vedere, ma anche la natura ed in particolare il nutrito popolo di iguane che si trovano in ogni angolo. Sono dei lucertoloni mansueti, per non dire impauriti: appena li inquadri si fermano e stanno immobili, aspettando una tua mossa; Se ti muovi troppo in fretta fuggono, ma se usi un’adeguata lentezza, riuscirai ad avvicinarti a pochi centimetri di distanza. Alla fine buona parte della visita sarà proprio dedicata a giocare con le iguane!

Ma torniamo alle nostre rovine. La Piramide dell’Indovino è una grossa massa di pietra, tozza, che incute rispetto. Ma si nota anche il suo essere grezzo. Qui sorge un dubbio: era così nel suo aspetto originale? la domanda è più che lecita, perchè la piramide è ricostruita in larga parte, per cui è difficile capire quanto è stato ricostruito secondo il modello originale, e quanto secondo la “fantasia” degli archeologi. Anche certi bassorilievi sembrano un po’ ricostruiti secondo proprie idee: sembra che abbiano provato a mettere insieme dei pezzi, come se stessero facendo un puzzle. Il risultato non è sempre ottimale. Certo lo spirito è quello di cercare di dare al visitatore un’idea più precisa di com’erano i templi, cosa che in certi restauri meno invasivi, meno ricostruttivi, non si può apprezzare.

Dietro l’indovino, è situato il Quadrilatero delle Monache, davvero notevole. Bisognerebbe perdere molto tempo ad ammirare i bassorilievi che lo ornano, non solo per la loro bellezza, ma anche perchè le raffigurazioni sono alquanto strane: vi sono maschere mostruose, animali, uomini, ma nulla che possa ricordare i bassorilievi delle nostre cattedrali, molto più realistici; qui la fantasia e la deformazione delle figure umane ed animali è molto più forte. Forse è anche dovuto al fatto che la fauna locale è molto più “mostruosa” della nostra, almeno per i nostri canoni: cavallette ed insetti giganti, serpenti, giaguari, condor.

Tutto questo si può ammirare nel Quadrilatero delle Monache, ma anche nel Palazzo del Governatore e nella Casa delle Tartarughe.

Ma infine viene il più bello: scalare la Grande Piramide! Vale proprio la pena, perchè sulla sua cima si gode di un panorama stupendo: giungla a perdita d’occhio, non si vedono strade, case, città, solo verde. Bellissimo! La Grande Piramide è alta 32 metri ed è un’enorme scalinata che sale verso l’alto. Non ha la bellezza di Chichen Itzà, ma è pur sempre un gran bel colpo d’occhio. E poi, era la prima piramide che riuscivo a salire, perchè sulle altre non si poteva!!!

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